La Nona Ora e un quarto


[2011 - ... work in progress]




«Il y a. “C’è”. L’inaggirabile, dice Lévinas. Questo presuppone che quando ti sei inoltrato o inoltrata nel deserto del nulla, ne hai percorso fino in fondo, fino all’estremo limite i sentieri, alla fine passi una frontiera e vai oltre il niente. Giungi alla percezione che sei; che esiste una nuda esistenza, che è oltre il dolore, ma alonata dall’angoscia, e che questa esistenza nuda sei tu.Lévinas l’ha nominata come un anonimo c’è, quasi volesse, ancora una volta, separare quel grumo senza aggettivi e senza qualità, un grumo di storie e di immagini che è, o dovrebbe essere, il tuo spirito o la tua mente,  la tua anima. Ma se affondi le mani dentro il grumo che c’è, che sei, tutto si sfarina e scorre tra le tue dita per riaccumularsi di nuovo in un grumo. Non sai se quel grumo sia il tuo corpo o la tua anima. Sai soltanto che quel grumo sei tu. Non è un “è”, ma un “sono”: così misterioso che ha assunto la maschera neutra dell’ “è” per rendersi percepibile o pronunciabile. Forse per non essere annientato nella disperazione                                                                           
                             
                                                                           (F. Rella, Ai Confini del corpo, Feltrinelli, Milano 2000, p.18)









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